mercoledì 18 maggio 2016

L'atelier della memoria

Un po' di tempo fa, ho avuto modo di leggere “L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello” , in cui il neurologo Oliver Sacks descrive, con la rigorosità del clinico e la sensibilità del romanziere, l'incontro con pazienti affetti da lesioni neurologiche di vario tipo. Il libro narra di come alcuni dei suoi pazienti siano riusciti a trovare un equilibrio a dispetto della malattia. Sacks rifiuta di interpretare la malattia alla luce di deficit e mancanze, ma propone dei percorsi costruiti alla luce “dell'essere nel mondo” delle persone che incontra, del loro “Dasein”, per usare un termine fenomenologico- esistenziale.

In quanto neurologo, Sacks si e' occupato esclusivamente di problemi della memoria di origine neurologica . Noi sappiamo pero' che le capacità mnestiche sono legate a vari fattori: neurologici (assenza di lesioni cerebrali); cognitivi (percezione, linguaggio e pensiero); motivazionali (interesse per l’informazione da memorizzare); emozionali (le cose abituali scivolano dalla memoria, quelle che procurano emozioni, positive o negative che siano, lasciano un segno indelebile).

Con l'avanzare dell'età, e' normale fare un po' di fatica a imparare nuovi concetti o a ricordare impegni e appuntamenti e anche soggetti giovani possono accusare difficoltà di concentrazione e memoria. Per offrire un valido aiuto a chi soffre di difficoltà mnestiche, il metodo Memory Power Improvement (M.P.I.) si propone sia come aiuto preventivo sia come intervento orientato a un riequilibrio globale, coinvolgendo tutti i canali informatori: sensoriali-percettivi, organizzativo-corporei, creativi, umoristici, immaginativo-mentali e altri ancora. Il metodo e' orientato a coinvolgere interamente la persona e si avvale di tecniche che consentono a ciascuno di far risaltare le proprie risorse, capacità e strategie personali.

Nessun commento:

Posta un commento