L'atelier della memoria
Un
po' di tempo fa, ho avuto modo di leggere “L'uomo che scambiò sua
moglie per un cappello” , in cui il neurologo Oliver Sacks
descrive, con la rigorosità del clinico e la sensibilità del
romanziere, l'incontro con pazienti affetti da lesioni neurologiche
di vario tipo. Il libro narra di come alcuni dei suoi pazienti siano
riusciti a trovare un equilibrio a dispetto della malattia. Sacks rifiuta di interpretare la malattia alla luce di
deficit e mancanze, ma propone dei percorsi costruiti alla luce
“dell'essere nel mondo” delle persone che incontra, del loro
“Dasein”, per usare un termine fenomenologico- esistenziale.
In
quanto neurologo, Sacks si e' occupato esclusivamente di problemi
della memoria di origine neurologica . Noi
sappiamo pero' che le
capacità mnestiche sono legate a vari fattori: neurologici (assenza
di lesioni cerebrali); cognitivi (percezione, linguaggio e pensiero);
motivazionali (interesse per l’informazione da memorizzare);
emozionali (le cose abituali scivolano dalla memoria, quelle che
procurano emozioni, positive o negative che siano, lasciano un segno
indelebile).
Con
l'avanzare dell'età, e' normale fare un po' di fatica a imparare
nuovi concetti o a ricordare impegni e appuntamenti e anche
soggetti
giovani possono accusare difficoltà di concentrazione e memoria.
Per offrire un valido aiuto a chi soffre di difficoltà mnestiche, il
metodo Memory Power Improvement (M.P.I.) si propone sia come aiuto
preventivo sia come intervento orientato a un riequilibrio globale,
coinvolgendo tutti i canali informatori: sensoriali-percettivi,
organizzativo-corporei, creativi, umoristici, immaginativo-mentali e
altri ancora. Il
metodo e' orientato a coinvolgere interamente la persona e si avvale
di tecniche che consentono a ciascuno di far risaltare le proprie
risorse, capacità e strategie personali.
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