mercoledì 9 settembre 2015

Bullismo e prevenzione


Giovani e bullismo
La vita di molti ragazzi e' attraversata dal preoccupante fenomeno del bullismo che incide nel loro benessere personale e sociale e che oggi diventa sempre più insidioso col diffondersi di strumenti quali blog, siti web, messaggeria istantanea e usati dai cosiddetti “cyberbulli” per “seguire” la vittima anche tra le rassicuranti mura domestiche. La scuola e le comunità adulte non possono più sottovalutare fenomeni di tale portata ma devono acquisire le abilità necessarie per fronteggiarli consapevolmente. Prevenire e contrastare il bullismo richiede nuove competenze alla scuola che oggi più che mai deve assolvere con piena consapevolezza la propria funzione educativa.

Che cosa è il bullismo e chi sono le vittime?
Per usare le parole di uno dei più grandi studiosi del fenomeno: "Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni"(Olweus, 1993). Ciò che contraddistingue il bullismo da altre manifestazioni violente che vedono coinvolti i ragazzi e' perciò l'intenzione di arrecare un danno, attraverso comportamenti ripetuti e non occasionali, nei confronti di un coetaneo ritenuto piu' debole fisicamente e/o psicologicamente. Il problema delle prepotenze tra soggetti in eta' evolutiva è sicuramente di origine antica, basti pensare alle numerose pagine dedicate ai bulli nella letteratura: gli atti brutali compiuti nei confronti di Basini ne “I turbamenti del giovane Tòrless” (1906) o la descrizione di Piggy, il ragazzino ciccione e occhialuto, de “il Signore delle mosche” (1954), che diviene bersaglio del prepotente Jack e della cricca di gregari compiacenti che lo spalleggiano, ricordano tristemente gli attuali episodi di bullismo.

Opporsi si può
La ricerca recente ha messo in luce la complessità del fenomeno, che non e' legato semplicemente a specifiche caratteristiche del bullo e della vittima ma coinvolge il “pubblico” dei compagni che possono accettare, tacitamente o in modo esplicito, il comportamento del bullo e supportarlo nel compimento delle sue angherie. Se un ruolo importante e' svolto dal gruppo dei pari, non si può tacere il peso che hanno anche gli adulti: modelli educativi eccessivamente permissivi e tolleranti da parte dei genitori, assenza di controllo e monitoraggio da parte della scuola o azioni inadeguate da parte degli adulti/educatori hanno spesso l'infausto effetto di amplificare le condotte devianti. Essendo il bullismo un fenomeno complesso, legato ad un sistema di relazioni che possono amplificarlo o ridimensionarlo, gli interventi che, a livello internazionale, hanno avuto maggiore successo sono quelli che hanno coinvolto l’intera comunità scolastica. Perché il fenomeno possa essere affrontato e sconfitto e' necessario il coinvolgimento di tutti gli attori (personale docente e non docente, genitori, ecc) in incontri e dibattiti che permettano di prendere coscienza del fenomeno e delimitarne gli aspetti salienti. A questa prima fase deve seguire la formazione degli insegnanti affinché possano affinare le capacità di attenzione, lettura e interpretazione dei “segnali” di disagio e possano acquisire gli strumenti per guidare gli alunni, nello sviluppo di capacità relazionali, emotive ed affettive necessarie per migliorare la cooperazione e sviluppare atteggiamenti anti-bullismo e di difesa. Incidere sulle dinamiche interne alla classe significa anche definire le regole antibullismo (per far ciò si possono utilizzare stimoli letterari, cinematografici o di role-playing), stabilendo dei confini ben delineati rispetto a comportamenti inaccettabili e applicando fermamente le sanzioni precedentemente codificate e condivise. L'ultimo livello di azione può riguardare la creazione di sportelli di ascolto e percorsi individuali per le vittime e peri bulli e che permettano ai primi di riacquistare fiducia e autostima e ai secondi di sviluppare idonee competenze sociali ed emotive.