venerdì 21 febbraio 2014

A scuola a cinque anni...
















Iniziare la scuola, prima del tempo, è un bene per i bambini oppure accelerare le tappe può interferire con un sereno sviluppo emotivo e cognitivo?
L'anticipo di iscrizione alla scuola primaria e' previsto nel nostro paese  dal decreto legislativo n. 59/2004 ed e' consentito ai bambini che compiono sei anni entro il 30 aprile.
La scelta spetta ai genitori e cio' genera dubbi e domande in chi si trova a dover decidere. 
La questione non riguarda tanto le capacità cognitive del bambino, quanto aspetti e prerequisiti che spesso non vengono considerati.
La realizzazione di un apprendimento sereno ed efficace richiede, infatti, non soltanto adeguata maturita' nel versante delle abilità cognitive quali attenzione, memoria, capacità di elaborazione delle informazioni o  delle abilita' logiche (seriazione, classificazione, esclusione) ma anche nel versante affettivo, relazionale, motorio, dell' espressione verbale, della percezione visiva ed uditiva (discriminazione di colori, forme, dimensioni e suoni),  della motivazione ad apprendere,  della capacità di organizzazione spaziale e temporale, delle abilità grafiche (coordinazione oculo-manuale, abilità fino motorie) e di un adeguato ritmo respiratorio.
Una scuola realmente educativa, che risponde ai bisogni dei bambini,  non puo' proporre l’acquisizione di un sapere frammentato, che divide il corpo dalla mente, la ragione dall’emozione, la conoscenza dall’esperienza ma deve pensare al bambino nella sua interezza.
La sensazione e' invece quella di una scuola che ha perso la  propria autonomia: è il mercato a decidere finalità, organizzazione, tempi e contenuti educativi. La smania di guadagnare tempo, che risponde ai canoni di efficienza e redditivita', ha investito anche l'istruzione: sempre più corsi, più attività, più tempo scuola. 
I percorsi di anticipazione non si fondano su ragioni pedagogiche, legate ai bisogni del discente, ma esclusivamente su richieste sociali ed economiche: i bisogni del bambino si dissolvono davanti ai bisogni dell’adulto.
In tale prospettiva, anticipare i contenuti non appare molto utile, più importante è offrire a ciascun bambino, attraverso una didattica che si avvalga di esperienze significative,  un bagaglio di competenze che gli consentiranno un percorso positivo di acquisizione degli alfabeti disciplinari.